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Ricerca inedita rivela che il consumo delle classi D ed E dovrebbe crescere nel 2025

L'appetito per gli acquisti dei consumatori delle classi D ed E è alto. Ricerca condotta da Data-Makers e divulgata con il supporto dell'ONG Gerando Falcões e della Escola Superior de Propaganda e Marketing (ESPM) mostra che il 59% dei consumatori con reddito fino a due salari minimi dovrebbe aumentare il consumo già quest'anno, indice superiore a tutte le altre classi sociali studiate.

Lanciata lunedì 2, la ricerca inedita "Brasile Invisibile: Insights sul consumatore a basso reddito" mostra anche che i consumatori delle classi D ed E si preoccupano di cause sociali, ambientali ed etiche al momento di consumare, utilizzano principalmente il cellulare per effettuare un acquisto e sono multiplattaforma. Secondo Fabrício Fudissaku, CEO diData-MakersRiunendo Gerando Falcões e ESPM nello studio, è stato possibile combinare conoscenze teoriche e pratiche, in una prospettiva inedita del consumatore brasiliano a basso reddito.

Secondo il sondaggio, le classi D ed E mostrano una maggiore intenzione di aumento del consumo rispetto agli altri gruppi, raggiungendo il 59%, mentre la media della popolazione è del 57%. Solo il 6% dei consumatori a basso reddito manifesta l'intenzione di ridurre la spesa quest'anno, indicando una forte tendenza al consumo. Il cellulare domina come canale preferito per gli acquisti (49%), superando la media della popolazione, che è del 46%.

Questo rompe due stereotipi importanti: non c'è retrazione dei consumi tra i più poveri, né dipendenza dai canali fisici. La bassa renda mostra chiaro appetito di consumo e piena autonomia digitale. I marchi che comprendono questo movimento possono trovare opportunità inedite per costruire relazioni solide e moderne con questo pubblico, che desidera essere riconosciuto e valorizzato anche come consumatore digitale, afferma Fudissaku, CEO di Data-Makers.

La ricerca che sostiene "Il Brasile Invisibile" è stata condotta da Data-Makers tra aprile e maggio 2025, utilizzando metodologia quantitativa con 2.465 interviste online, di cui 1.331 specificamente con consumatori delle classi D ed E, secondo i criteri dell'Associazione Brasiliana di Studi Demografici (ABEP). Il campione presenta una distribuzione regionale rappresentativa del Brasile: Sudeste (38%), Nordeste (25%), Sul (16%), Centro-Oeste (12%) e Norte (9%), includendo solo persone di età superiore ai 18 anni.

Per Sérgio Rocha, CMO di Gerando Falcões, la ricerca aiuta a demistificare la modalità di consumo della popolazione che vive, principalmente, nelle baraccopoli e nelle periferie del paese. Lo studio mostra che il pubblico a basso reddito è moderno, connesso, influente e aperto al consumo. I marchi che desiderano conquistarlo devono investire in rappresentatività, comunicazione inclusiva e strategie digitali ottimizzate, andando oltre gli stereotipi e costruendo ponti culturali autentici. Le ricerche mostrano che le favelas brasiliane movimentano più di 200 miliardi di reais all'anno, ma questi consumatori, spesso, sono ancora invisibili per i marchi, afferma Rocha.

Cause sociali, ambientali ed etiche

Secondo lo studio, i consumatori delle classi D ed E danno priorità a cause sociali, ambientali ed etiche, spesso superando le classi più alte in impegno. Valori come diritti degli anziani (88%), inclusione delle persone con disabilità (87%) e sostenibilità (79%) sono ampiamente valorizzati, sfatando il mito che le preoccupazioni sociali siano esclusive delle élite.

Questa postura rivela che solidarietà ed empatia fanno parte della quotidianità della periferia, andando oltre il potere d'acquisto. Per questo pubblico, sostenere cause non è una questione di status, ma di autentico interesse per la comunità, aprendo nuove opportunità per marchi autentici e inclusivi, spiega Fudissaku.

Un altro punto importante è che il 73% dei consumatori delle classi D ed E valorizza i prodotti senza zucchero, la percentuale più alta a livello nazionale, guidando le ricerche di opzioni alimentari più sane.   

Consumo di media

Lo studio evidenzia inoltre che il consumo di media nella periferia è digitale e multiplattaforma: il 91% delle persone delle classi D ed E accede a internet quotidianamente, con particolare attenzione ai social network Facebook (71%), Instagram (77%) e TikTok (50%), oltre alla forte presenza su YouTube (70%) e al mantenimento del consumo quotidiano di TV aperta (65%). La ricerca mostra anche l'uso simultaneo di schermi tradizionali e digitali, valorizzando contenuti che mescolano informazione, intrattenimento e identificazione culturale.

In questo modo, la comunicazione efficace per la periferia richiede strategie che rispettino la routine multiplattaforma di questo pubblico, collegando TV, social network e applicazioni in modo integrato. Questo pubblico è connesso, attento e desideroso di essere riconosciuto su tutti gli schermi che fanno parte della sua quotidianità», afferma il CEO di Data-Makers.

Se è interessato a partecipare all'evento in cui è stata presentata la ricerca, acceda al link:https://videos.netshow.me/v/9NXTyTuvgUE.

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