Per molti anni, l'efficienza all'interno delle aziende è stata considerata quasi esclusivamente sinonimo di riduzione dei costi. Questa logica non è più valida. Con tassi di interesse elevati, credito più costoso e pressioni inflazionistiche, l'efficienza è tornata ad essere uno degli asset più apprezzati, e anche uno dei più rari, nel mercato aziendale. Crescere in modo efficiente richiede impegno, ma non richiede una trasformazione immediata. In molti casi, è possibile iniziare modernizzando ciò che genera il maggiore impatto con il minimo sforzo. Il momento richiede profondità strategica, non solo velocità.
I dati rafforzano questo cambiamento. La UK Productivity Review, del Productivity Institute, mostra che le aziende che riorganizzano le proprie attività basandosi sui dati e sull'automazione crescono fino al 40% più velocemente di quelle che cercano di espandersi solo aumentando la forza lavoro. Ciò conferma quanto si osserva nella pratica: l'efficienza non è una tendenza, è una condizione per la sopravvivenza. Processi obsoleti impongono costi invisibili che erodono i risultati. La società di consulenza Robert Half sottolinea che il ciclo completo di sostituzione di un professionista può richiedere fino a sei mesi, un periodo in cui l'azienda perde velocità, cultura e produttività.
La stessa logica si applica all'automazione. L'Harvard Business Review indica che circa il 40% del tempo di lavoro è assorbito da attività automatizzabili. Accenture dimostra che le aziende digitalmente mature hanno costi operativi inferiori del 28% e crescono a una velocità doppia. Ciononostante, molte organizzazioni continuano ad adottare la tecnologia in modo superficiale, senza integrare i sistemi, qualificare i dati o riprogettare i processi. Il risultato è un ambiente digitalizzato solo in apparenza, ma comunque pieno di sprechi.
Entro il 2026, il movimento inevitabile sarà quello di riorganizzare, semplificare, integrare e automatizzare. Ciò implica la ristrutturazione dei processi con l'intelligenza artificiale, l'eliminazione delle attività ripetitive e a basso valore aggiunto, la riconsiderazione del ruolo dell'ufficio come piattaforma di produttività fisica e digitale e l'investimento nella riqualificazione dei team. Licenziamenti e assunzioni rimangono il modello più costoso e meno efficiente.
In pratica, efficienza significa mappare lo spreco di energie umane, identificare le funzioni che possono essere supportate o sostituite da agenti di intelligenza artificiale, rivedere l'utilizzo effettivo delle piattaforme esistenti, aggiornare i vecchi processi, formare una parte significativa della forza lavoro e stabilire una chiara governance esecutiva per l'agenda della produttività. Richiede inoltre una misurazione costante dei guadagni generati dall'automazione e dall'interazione con gli strumenti disponibili.
I risultati si vedono quando la trasformazione viene attuata metodicamente. Ho visto casi di aziende che hanno risolto l'80% delle loro insolvenze con agenti finanziari intelligenti, ridotto il costo per ticket da 12 a 3 reais, aumentato il volume di incontri qualificati di 1,6 volte e aumentato le vendite del 41%. C'è stata anche una riduzione media tra il 35% e il 40% del personale operativo, senza perdite di performance. Tutto questo con maggiore chiarezza, velocità e meno sprechi.
Nel 2026, la vittoria non sarà nell'essere più grandi o avere più capitale, ma nell'operare con intelligenza, integrazione e una reale attenzione all'efficienza. La logica del mercato è cambiata: prosperare non significa avere più risorse, ma utilizzarle meglio. L'efficienza non è più un'opzione, ma il fattore di differenziazione competitiva decisivo.
Di Mateus Magno, CEO di Magnotech.
