Il modello tradizionale di azienda è con i giorni contati Il comunicato è di Filipe Bento, fondatore e CEO della Gruppo atomico, ma riflette una tendenza osservata nei centri di innovazione della Silicon Valley, Cina ed Europa, in cui il futuro del business non è quello di crescere gonfiando le strutture, ma piuttosto di connettersi strategicamente in reti intelligenti di creazione di valore.
Un microecosistema è una rete di connessioni viventi, formata da imprenditori, esperti, canali, startup, piattaforme e comunità, accomunate da uno scopo chiaro e in grado di condividere valore, apprendimento e risultati su base continuativa.
Mentre gli ecosistemi tradizionali mantengono ancora una struttura di comando centrale (con startup e partner in orbita attorno a una grande azienda), i microecosistemi eliminano la centralizzazione e operano in modo distribuito, collaborativo e agile.
“Il microecosistema cresce con o senza il fondatore perché si basa sull'intelligenza collettiva e sullo scopo condiviso, non su rigide gerarchie”, spiega Filipe Bento, CEO di Atomic Group.
Bento spiega perché il microecosistema è più adatto al mercato attuale:“Il mercato globale sta vivendo un'era di decentralizzazione e intelligenza artificiale, in cui le aziende hanno bisogno di scalare rapidamente e in modo flessibile per incontrare consumatori più esigenti e dinamici”.
Le aziende tradizionali devono affrontare colli di bottiglia come rigide strutture gerarchiche, lentezza nell’innovazione e difficoltà a ridimensionarsi senza gonfiare i costi.
I microecosistemi consentono: scala senza peso strutturale, utilizzando partnership intelligenti invece di assunzioni massicce; innovazione continua, poiché ogni membro contribuisce con intuizioni e soluzioni; resilienza, poiché i rischi sono condivisi in una rete; e velocità di esecuzione, perché le decisioni fluiscono senza burocrazia.
In pratica, un microecosistema è strutturato attraverso connessioni strategiche Le startup portano innovazione e agilità; gli esperti offrono conoscenze tecniche e mentoring; canali e piattaforme consentono la distribuzione e la scalabilità; e le comunità aiutano a costruire cultura e convalidare soluzioni nel mercato.
Il fondatore agisce come orchestratore, collegando i puntini, sostenendo la visione e curando la cultura, ma non deve essere il centro di tutte le operazioni o comandare la microgestione,“O imprenditore non vuole più essere proprietario di una struttura.Volere essere il proprietario dei risultati di”, riassume Filipe Bento.
Andamento del mercato nel 2025
I modelli di rete collaborativa, come i microecosistemi e le piattaforme di co-creazione, stanno guadagnando slancio in Brasile, guidando l'innovazione e l'efficienza in diversi settori, anche se non esiste un valore consolidato solo per questi modelli, essi integrano un mercato che ha spostato R$ 98 miliardi nel 2024, considerando startup, hub di innovazione e corporate venture, secondo i dati di Endeavour e ABStartups.
Nel primo trimestre del 2024, solo le startup brasiliane hanno ricevuto 1,24 miliardi di contributi US$, secondo i dati del Distretto.
“Questo dimostra che sempre più aziende stanno migrando dalle acquisizioni tradizionali a modelli di partnership e co-creazione, caratteristici dei microecosistemi, per la flessibilità e la velocità che offre”, evidenzia l'esecutivo.
A livello globale, i rapporti di mercato mostrano che i modelli di ecosistema nelle reti crescono molto più velocemente delle aziende isolate, soprattutto nei settori dell’intelligenza artificiale, della sanità, della vendita al dettaglio e della fintech.
Il rapporto CB Insights (2024) conferma la tendenza, registrando una crescita di 27% nel capitale di rischio globale, consolidando il ruolo dei microecosistemi come base per la nuova economia dell'innovazione in Brasile e nel mondo.
Atomic Group, ad esempio, opera secondo questo modello: una rete che collega sette aziende, che operano nel campo dell'accelerazione, dell'istruzione, del venture building e della tecnologia, con una presenza in cinque continenti e l'obiettivo di guadagnare 35 milioni di R$ nel 2025.
Il gruppo mantiene team snelli, dà priorità alle connessioni e alla co-creazione, riducendo i rischi e accelerando i risultati Inoltre, i flussi sono agili, adattando le iniziative del gruppo ai cambiamenti del mercato senza bloccare le operazioni.
“I leader devono capire che il concetto di microecosistema è un cambiamento di paradigma per le aziende che vogliono prosperare nell'economia post-industriale di”, afferma.
Numerosi sono i vantaggi del microecosistema per il business, come la scalabilità senza peso strutturale; la capacità di innovare costantemente; la riduzione dei rischi e dei costi fissi; il rafforzamento del marchio attraverso partnership strategiche; la cattura e il mantenimento dei talenti per scopo, non solo per stipendio; e la velocità e la flessibilità per ruotare di fronte a crisi e opportunità.
Prossimi passi
Filipe Bento prepara il lancio del libro Microecosistemi, con una raccolta delle pratiche e dei framework necessari per adottare il modello. “Non stiamo parlando solo di un'altra moda gestionale. Stiamo parlando di un percorso inevitabile per coloro che vogliono crescere in un mercato connesso, intelligente e collaborativo. Il futuro del business sarà il microecosistemaS”.