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Presunzione di subordinazione nel lavoro tramite piattaforme

Il lavoro prestato tramite piattaforme, dette numeriche, ha introdotto nel rapporto di lavoro un nuovo contesto di situazioni fattuali che si differenziano dalla forma tradizionale di rapporto di lavoro in cui il lavoro si identifica fisicamente con il luogo, le persone e con informazioni chiare circa l'oggetto del contratto di lavoro, con doveri e obblighi meglio individuati.

La preoccupazione per il quadro giuridico di questa nuova modalità di rapporto di lavoro, con l'obiettivo di tutelare il prestatore con diritti lavorativi, si è appoggiata al modello binario che ha caratterizzato la formazione del Diritto del Lavoro. L'Unione Europea, spinta dalla serie di conflitti esistenti nei paesi dell'UE, ha approvato e pubblicato la Direttiva (UE) 2024/2831 del Parlamento Europeo e del Consiglio, entrata in vigore il 2 dicembre 2024 e il cui termine per la trasposizione negli Stati membri scadrà il 2 dicembre 2026. La direttiva si applica alle piattaforme di lavoro digitali che organizzano il lavoro su piattaforme digitali svolto nell'Unione Europea, indipendentemente dal loro luogo di stabilimento o dal diritto che sia altrimenti applicabile.

Secondo la citazione della normativa comunitariala direttiva mira a migliorare le condizioni di lavoro e la protezione dei dati personali sul lavoro su piattaforme digitali attraverso: a) Della introduzione di misure per facilitare la determinazione dello status professionale corretto delle persone che lavorano sulle piattaforme; b) Della promozione della trasparenza, dell'equità, della supervisione umana, della sicurezza e della responsabilizzazione nella gestione algoritmica del lavoro nelle piattaforme digitali; e c) Della maggiore trasparenza riguardo al lavoro sulle piattaforme digitali, anche in situazioni transfrontaliere.

La direttiva stabilisce inoltre diritti minimi applicabili a tutte le persone che lavorano su piattaforme digitali che hanno un contratto di lavoro o un rapporto di lavoro o che, sulla base di una valutazione dei fatti, possono essere considerate come aventi un contratto di lavoro o un rapporto di lavoro, come definiti dalla legge, dai contratti collettivi o dalle prassi in vigore negli Stati membri, tenendo conto della giurisprudenza della Corte di giustizia.

Nella direttiva, l'articolo 5°, che esprime il riferimento che, giuridicamente, si applicherà al rapporto contrattuale tra la persona e la piattaforma digitale, la presunzione di rapporto di lavoro condizionata alla prova dell'esercizio del potere direttivo e del controllo da parte della piattaforma, nel rispetto delle condizioni praticate dal diritto nazionale. Pertanto, spetterà alla piattaforma sollevare la presunzione legale, nel caso abbia interesse.

Da ciò che si è visto, continuiamo con le stesse regole precedenti secondo cui l'inquadramento dei fatti costitutivi della pretesa alla condizione giuridica dipende da elementi rilevanti e incontestabili affinché il prestatore possa essere considerato dipendente. In altre parole, l'evoluzione tecnologica e le trasformazioni nelle relazioni di lavoro dimostrano che gli elementi della formazione del rapporto di lavoro non possono essere definiti dal legislatore, ma dipenderanno sempre dalla qualificazione giuridica dei fatti.

Come si vede, il tema della presunzione di subordinazione ha sempre accompagnato e accompagnerà le discussioni intorno al riconoscimento del rapporto di lavoro. La legge non ha il potere di esaurire e pacificare la discussione, poiché, sembra, la verifica dei fatti è ancora fondamentale per convincere i giudici che oggi, nel trattare il lavoro tramite piattaforma digitale, devono affrontare l'autonomia della volontà e la buona fede nelle relazioni contrattuali, come affermato dalla Corte Suprema Federale.

Paolo Sergio Giovanni
Paolo Sergio Giovanni
Paulo Sergio João è avvocato e professore presso la Pontificia Università Cattolica di San Paolo (PUC-SP).
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